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Novità fiscali

Trattamento fiscale applicabile all'incentivo al trattenimento in servizio dei lavoratori


A seguito delle modifiche della Legge di Bilancio 2025, da quest'anno il bonus per il trattenimento in servizio del dipendente non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente.



La legge n. 197/2022 ha previsto che i lavoratori dipendenti che hanno maturato i requisiti per la pensione anticipata possono rinunciare all'accredito contributivo della quota di contributi a proprio carico relativi all'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima.



In conseguenza dell'esercizio di tale facoltà viene meno l'obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro e la somma corrispondente alla quota di contribuzione a carico del lavoratore che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all'ente previdenziale è corrisposta interamente al lavoratore, quale incentivo per la prosecuzione del lavoro.



La legge n. 197/2022 ha disposto che alle somme in questione si applica l'art. 51, comma 2, del Tuir il quale prevede la non concorrenza alla formazione del reddito di lavoro dipendente delle quote di retribuzione derivanti dall'esercizio, da parte del lavoratore, della facoltà di rinuncia all'accredito contributivo.



L'Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 45/E del 30 giugno 2025, fornisce chiarimenti al soggetto istante che chiedeva se, le quote di retribuzione derivanti dall'esercizio della facoltà di rinuncia all'accredito contributivo presso la forma esclusiva dell'Assicurazione Generale Obbligatoria, percepite a partire dal 2025 concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente. L'Amministrazione ha risposto che le quote di retribuzione in parola non concorrono alla formazione dell'imponibile e, quindi, non sono soggette a Irpef.



Il chiarimento interessa i lavoratori iscritti alla c.d. 'Gestione pubblica' , una forma 'esclusiva' dell' Assicurazione generale obbligatoria (AGO), qualora rinuncino all'accredito contributivo.



La norma contenuta nella legge di Bilancio 2025 dispone che i lavoratori dipendenti che, entro il 31 dicembre 2025, abbiano maturato i requisiti minimi per accedere alla pensione anticipata flessibile o alla pensione anticipata ordinaria, possono rinunciare all'accredito contributivo della quota a proprio carico dell'AGO e alle sue forme sostitutive ed esclusive.



In seguito alla rinuncia il datore di lavoro non è più tenuto a versare questo tipo di contributo, mentre la quota corrispondente viene riconosciuta integralmente al lavoratore senza concorrere a formare il reddito imponibile, così come già anticipato.



La modifica normativa recata dalla legge di Bilancio 2025 è finalizzata ad ampliare la platea dei lavoratori destinatari degli incentivi, includendovi anche i lavoratori iscritti alle forme 'esclusive' di AGO, come la Gestione pubblica, in precedenza esclusi. Lo scopo è quello di incentivare il posticipo del pensionamento estendendo l'esclusione della tassazione alle somme derivanti dalla rinuncia all'accredito contributivo.



Nel caso in esame l'Agenzia chiarisce che le quote di retribuzione derivanti dall'esercizio, da parte dell'istante, della facoltà di rinuncia all'accredito contributivo presso la forma esclusiva dell'Assicurazione Generale Obbligatoria, percepite a partire dal 2025, non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente.



(Vedi risoluzione n. 45 del 2025)