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Rassegna legale

Abrogazione dell'abuso d'ufficio, il via libera della Consulta
Corriere della Sera - Ilaria Sacchettoni - 26


Non è incostituzionale. La Corte costituzionale così si è pronunciata in merito alla legge che cancella l'abuso d'ufficio. Non c'è dunque incompatibilità tra lotta a illeciti e corruzione e l'abrogazione dell'articolo 323 c.p. che puniva i reati dei pubblici ufficiali che abusavano del proprio potere per procurarsi un ingiusto vantaggio patrimoniale o per arrecare un danno ingiusto agli altri. Soddisfatto il guardasigilli Nordio che auspica, ora, la cessazione delle strumentalizzazioni. Quattordici differenti ordinanze e una pronuncia della Cassazione avevano sollevato dubbi di fronte ai giudici delle leggi. La Corte ha dichiarato infondate le questioni sollevate, soprattutto quella relativa alla convenzione di Merida. Da tale convenzione non è infatti ricavabile né l'obbligo di prevedere il reato di abuso d'ufficio né il divieto di abrogarlo ove già presente nell'ordinamento nazionale. (Ved.anche Il Sole 24 Ore: 'La Consulta mette in sicurezza la soppressione dell'abuso d'ufficio' - pag. 42 e Italia Oggi: 'L'abuso d'ufficio non ritorna' - pag. 35)

Meloni invita al dialogo i sindacati E Landini: bene questa disponibilità
Corriere della Sera - Claudia Voltattorni - 32


Ieri, a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni ha aperto il tavolo sulla sicurezza sul lavoro con i sindacati. Nel corso delle quattro ore di incontro la premier ha parlato di 'sensibilità comune' e 'attenzione condivisa' e ha lanciato di messaggio di apertura: 'Sono convinta - ha detto - che dal confronto e dal dialogo con i corpi intermedi della società, come sono appunto le organizzazioni sindacali, possano emergere le soluzioni migliori ai problemi che dobbiamo affrontare'. Meloni ha invitato i sindacati a 'unire gli sforzi per radicare nella nostra nazione una solida cultura della sicurezza sul lavoro che sia capace di prevenire le troppe tragedie che continuano a ripetersi'. L'auspicio è quello di dar vita a un'alleanza tra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell'Italia. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: 'Sicurezza, il governo apre sui subappalti Meloni vede i sindacati' - pag. 13 e Italia Oggi: 'Sicurezza del lavoro, rotta su formazione e suabappalti' - pag. 32 )

Istat: un over 50 su dieci continua a lavorare dopo la pensione
Il Sole 24 Ore - Marco Rogari - 13


Da una fotografia scattata dall'Istat emerge che un over 50 su dieci ha un'esperienza di lavoro dopo essere andato in pensione. E il 9,4% dichiara di aver lavorato già nei primi sei mesi successivi al pensionamento, ma si tratta di una quota più bassa della media Ue che è al 13%. Dai dati dell'Istituto nazionale di statistica emerge che il 6% dei titolari di pensione 'over 50' risulta 'occupato', parliamo di 418 mila individui. Dalla rilevazione emerge anche un marcato gap di genere in quanto solo il 68,3% delle donne con età compresa tra i 65 e i 74 anni percepisce un trattamento pensionistico contro l'87,7% degli uomini. Ma non basta. Il 26,8% delle donne non lavora e non beneficia di alcuna pensione: una percentuale quasi 5 volte più elevata rispetto a quella degli uomini. Un rapporto simile si verifica nella fascia di età che va dai 50 ai 64 anni. Sempre l'Istat informa che non è occupato e non ha una pensione il 40,5% delle donne contro il 15,4% degli uomini.

Vietato geolocalizzare chi è in smart working
Il Sole 24 Ore - Giuseppe Bulgarini d'Elci - 42


Il datore di lavoro non può utilizzare sistemi di geolocalizzazione per identificare la posizione dei propri dipendenti che svolgono lavoro agile. Chi lo fa si espone alla violazione dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, perché anche nei giorni di smart working l'impiego di strumenti elettronici dai quali possa derivare il controllo a distanza dell'attività lavorativa presuppone una specifica finalità (tutela del patrimonio aziendale, ragioni di sicurezza ecc.). La geolocalizzazione del lavoratore durante le ore di reperibilità esula da queste finalità e costituisce un controllo vietato. Inoltre il monitoraggio realizzato con un'applicazione sullo smartphone contrasta con i principi di liceità, correttezza e trasparenza in base alle norme sulla privacy. Irrilevante che il datore di lavoro abbia raggiunto un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali.

Condominio, privacy per due
Italia Oggi - Antonio Ciccia Messina - 26


Il Garante della privacy ha posto in pubblica consultazione per 30 giorni il Documento di indirizzo relativo al 'Trattamento dei dati personali nell'ambito del condominio'. In alcuni casi l'amministratore è titolare del trattamento, in altri è responsabile del trattamento. Per quest'ultima evenienza, condominio e amministratore devono firmare un contratto di responsabilità del trattamento. Nello schema di linee guida si trovano anche indicazioni pratiche in merito a molti aspetti della vita condominiale come le videosorveglianze non autorizzate dall'assemblea e per quelle svolte all'interno dell'organizzazione. Per le immagini riprese con telecamere aziendali, viene affermata la possibilità di fornire copia a terzi danneggiati per individuare gli autori dei danni.

Gratuito patrocinio senza limiti di materia
Italia Oggi - Adelaide Caravaglios - 26


Il Consiglio nazionale forense, nella sentenza n. 380 del 2024, ha stabilito che il Consiglio dell'Ordine degli avvocati non può limitare le materie in cui gli avvocati possono operare nel patrocinio a spese dello Stato. Tale violazione, infatti, violerebbe il diritto di difesa, il principio di parità, la concorrenza e le norme europee. Nei fatti un legale aveva contestato la delibera del COA che limitava a tre le materie di iscrizione, ritenendola illegittima e lesiva del diritto degli assistiti a scegliere liberamente il proprio difensore. Il COA ha chiesto il rigetto del ricorso, sollevando anche una questione di giurisdizione. Il Cnf ha rigettato entrambe le eccezioni riconoscendo la legittimità dell'interesse dell'avvocato, ma ha dichiarato il ricorso inammissibile poiché non dimostrava un pregiudizio concreto.

Pensioni, posticipo revocabile
Italia Oggi - Daniele Cirioli - 32


Nel messaggio n. 1411 del 2025 l'Inps ha precisato che è revocabile l'incentivo al posticipo del prepensionamento. Chi ne ha fatto richiesta, ed è restato al lavoro e rinviato la pensione in cambio di ricevere un aumento in busta pari alla quota di contributi versata mensilmente all'Inps, può ripensarci facendo istanza di rinuncia all'Istituto nazionale di previdenza. In tal caso, gli effetti decorrono dal mese di paga successivo a quello in cui è presentata la revoca. L'incentivo al posticipo del pensionamento è stato prorogato dalla legge di Bilancio 2025 che lo ha previsto a favore dei lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per la pensione anticipata flessibile e per la pensione anticipata ordinaria. Pertanto, quest'anno possono accedere al bonus quanti hanno diritto a uno dei due prepensionamenti: quota 103 o pensione anticipata ordinaria.

Errori di fatto senza decadenze di diritti
Italia Oggi - Mauro Parisi - 32


La Corte di cassazione, con la sentenza n. 1406 dello scorso 21 gennaio, ha stabilito che l'errore materiale nei versamenti contributivi all'Inps o le non corrette, oppure tardive, denunce telematiche all'Istituto non comportano alcuna decadenza di diritti, ma solo la necessità di regolarizzazioni. I giudici di legittimità smentiscono l'approccio formalistico dell'Inps, sostenendo che gli errori di fatto non causano perdita di diritti, se sanati nei tempi previsti. Il caso analizzato riguardava un'azienda in crisi che aveva erroneamente compensato i contributi relativi alla cassa integrazione. Per i giudici del Palazzaccio, se il conguaglio è effettuato entro il termine di legge, anche se in misura errata, non si perde il diritto. Inoltre, la sola tardività o inesattezza delle denunce mensili Uniemens non può determinare decadenze.

Nel limbo ¼ degli anziani
Italia Oggi - Michele Damiani - 33


Un quarto degli italiani tra i 50 e i 74 anni non lavora e non percepisce una pensione. Una quota pari al 24,4%, superiore alla media Ue dell'8%. Inoltre, la percentuale di pensionati in questa fascia d'età (32%) è tra le più basse del vecchio continente. È quanto emerge dal report pubblicato ieri dall'Istat, dal titolo 'Pensione e partecipazione al mercato del lavoro', inserito nella Rilevazione sulle forze di lavoro condotta nel corso del 2023. Dal report emerge che il 43,4% della popolazione tra i 50 e i 74 anni non percepisce una pensione ma è occupata: si tratta di quasi 9 milioni di individui relativamente giovani, con un'età media pari a 56 anni. Una quota in linea con la media Ue del 43,2%. La percentuale di pensionati nella stessa fascia d'età (32%) resta invece tra le più basse in Europa, superiore solo a quelle di Spagna, Danimarca e Grecia e distante di oltre 8 punti percentuali dalla media Ue27 (40,5%).

Legali della PA, niente Irap sui compensi aggiuntivi
Italia Oggi - Dario Ferrara - 33


La sezione lavoro della Corte di cassazione, nell'ordinanza n. 10404 dello scorso 21 aprile, ha stabilito che i compensi aggiuntivi agli avvocati degli enti pubblici, comprese regioni e autonomie locali, spettano ai dipendenti al netto dell'Irap. Gli emolumenti, infatti, hanno natura retributiva e l'Amministrazione non può far gravare l'imposta sul personale in via indiretta, riducendo a monte e in proporzione al tributo le risorse che, in base alla legge, alla contrattazione collettiva o al regolamento dell'ente, sono destinate in modo specifico per retribuire i dipendenti.